
Sono di ritorno dall’isola che tutti i vagabondi viaggiatori sognano di visitare, dove il mistero regna sovrano e la terraferma é lontana 4000 km, il centro dell’universo e l’ombelico del mondo..
L’isola di Pasqua é un miscuglio di misteri, sembra che i moai fossero rappresentazioni funebri, il piu’ grande lo aveva fatto costruire una vedova in ricordo di suo marito (20 metri di altezza e circa 80 tonnellate), poi sono iníziate le lotte tra tribu’ che, in segno di sfida, distruggevano i moai dei rivali.
Beh, per farla breve sono stati capaci di autodistruggersi fino a dover arrivare al cannibalismo per sopravvivere e i pochi che rimangono ora párlano rapa nui ma nn sanno interpretare la scrittura delle tavole di rongo-rongo che sono state ritrovate.
Sull’isola vivino 3000 persone e tutte nel villaggio di hanga roa perché fino agli anni ’60 il governo cileno aveva dato in concessione l’intera isola ad un allevatore che si era impossessato del terreno per far pascolare le pecore senza permettere agli isolani di uscire dal villaggio.
I moai sono ovunque, mezzí rotti, qualcuno restaurato e solo un gruppo di loro é collocato con la faccia rivolta verso il mare, sembra che rappresentino i primi esploratori che misero piede sull’isola. Il resto si rivolge verso l’interno dell’isola per proteggerla dagli spiriti maligni e non certo dai pirati che molto raramente si spingevano tanto lontano..