martedì, novembre 07, 2006


Don Pablo aveva tre case in Cile e ad ognuna di esse ha dato un nome: quella di Valparaiso è La Sebastiana, quella di Santiago è la Chascona che fa riferimento ai capelli ricci della sua Matilde e quella sul mare è Isla Negra in ricordo delle spiagge nere dell’Indonesia.
Una delle ragioni che mi ha spinto a chiedere Cile come meta di questa esperienza è stata la voglia di scoprire le meraviglie del paese che aveva dato i natali a un genio come Neruda e, a mano a mano che passa il tempo, mi rendo conto che non sarebbe potuto nascere in un altro paese.
La settimana scorsa ho visitato Isla Negra, un angolo di paradiso sulla costa a circa 150 km da Santiago, nascosta perfettamente tra le rocce e gli alberi, posto che Don Pablo aveva scelto con cura per poter costruire la casa in cui sono nate la maggior parte delle sue opere.
Ogni stanza è stata un'emozione, riusciva a trasofrmare in poesia anche un semplice pezzo di legno...
Quel pezzo di legno che un giorno vide galleggiare tra le onde di Isla Negra si traformo' nella scrivania su cui sono nate "20 poesie d'amore e una canzone disperata", la sua collezione di statue di prua delle navi (tutte donne) trasforma la stanza in cui sono raccolte nel suo regno dove nessun uomo puo' entrare, per paura che possa sottrargli l'amore di quelle creature.
L'interno della casa è a forma di nave perchè uno degli amori di Don Pablo era il mare; la cosa piu' buffa è che si definiva "marinaio di terra" perchè a stento sapeva nuotare.
Ma la forza che il mare ha in quell'angolo di paradiso in cui si infrange contro le rocce spargendo nell'aria il suo odore non è casuale...quel posto ha qualcosa di magico, come se la presenza di Neruda lo avesse reso unico, come se il tempo fosse fermo e come se il mare fosse l'unica forza che domina la natura in quel mondo incantato...

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